“Una grande gioia” illumina casa Profeta. Dopo anni di assenza, torna il Presepe.
Un incantevole scenario che abbraccia il “Bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. Uno scenario che intende riproporre, con immagini e allusioni, un territorio molto più vasto: il territorio in cui visse Gesù, addizionandolo di elementi architettonici e botanici tipici della Sicilia. Circondata su tre lati dai monti, Betlemme, terra di umili pastori; la campagna, dove piante vere e riproduzioni si fondono per rendere omaggio alla sicilianità; le vie dei mercanti, affollate e ricche di prelibatezze e di pesci che richiamano uno dei primi simboli cristiani; le sponde del mar di Galilea e, ad oriente, il deserto.
Da qui arrivano i Re Magi. Su regali cammelli portano oro, incenso e mirra. Dal mare arrivano barche. Portano nomi di donne e uomini venuti per trovare qui la Vita. Dalle campagne, svegliati dall’angelo, arrivano dei pastori. Tutti là per adorare Gesù. Tutti in quel luogo che Gesù ha reso il centro del presepe. Un centro che agli occhi del mondo è solo una terra di confine, una terra poco fertile agli occhi degli uomini. Una terra destinata agli Ultimi. Ultimi che Gesù, con il suo rivoluzionario piano, farà primi. Ultimi che, nonostante diversi, si ritrovano a convivono mossi dallo stesso Amore. Ma Dio non si è fatto uomo solo per mettere in comunione gli uomini. Si è fatto uomo affinché avvenga l’unione più importante: l’unione tra la terra e il cielo.
Presepe artistico “Tra la terra e il cielo”
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